“Da Botticelli a Matisse”:
la mostra dedicata al ritratto presso il Palazzo Della Gran Guardia di Verona.
Dopo diverse peripezie che non sto qui ad elencarvi ;-), lo scorso week-end sono finalmente riuscita a visitare la mostra “Da Botticelli a Matisse” attualmente esposta presso il Palazzo Della Gran Guardia in Piazza Bra a Verona, proprio di fronte all’Arena.
La mostra è divisa in quattro sezioni:
- IL SENTIMENTO RELIGIOSO – LA GRAZIA E L’ESTASI che si sofferma sul senso contrapposto di grazia ed estasi dolorosa presentando opere di alta spiritualità realizzate dal Quattrocento a metà dell’Ottocento. Tra i soggetti dipinti scene di vita del Cristo, rappresentazioni della Madonna e immagini dei santi.
- LA NOBILTA’ DEL RITRATTO che raggruppa un’interessante quantità di ritratti di sovrani e dell’alta nobiltà realizzati da metà del Quattrocento a inizio del Novecento, che hanno inizialmente il solo ed evidente intento di celebrarne le lodi ma a poco a poco aggiungono anche interessanti dettagli psicologici.
- IL RITRATTO QUOTIDIANO che intende descrivere la lenta ma inesorabile componente psicologica che prende il sopravvento nei ritratti di persona, partendo dalla pittura fiamminga della seconda metà del Quattrocento fino alla strepitosa stagione impressionista di fine Ottocento, passando per i grandi maestri del Rinascimento italiano.
- IL NOVECENTO – LO SGUARDO INQUIETO che evidenzia il grande cambiamento avvenuto nella pittura a partire dall’ultimo decennio dell’Ottocento, periodo in cui si trasforma radicalmente il senso della rappresentazione di un volto e di un corpo che da riproduzione di fisicità e sentimenti diventa vero e proprio spiraglio per raggiungere nuovi orizzonti.
E’ impossibile non restare affascinati dal “Cristo Risorto” del Botticelli (per il particolare realismo della scena conferito dal cromatismo e dall’energico linearismo), dalla “Coronazione di spine” del Caravaggio (per l’attenta analisi dello stato umano e il drammatico uso della luce), da “Mrs. Fiske Warren con la figlia Rachele” di Sargent (per la capacità di cogliere e trasmettere la noia delle due donne) e da tante altre opere esposte nelle prime due sezioni, ma sono state le ultime a piacermi maggiormente.
Tra i quadri che più mi hanno conquistato voglio citare “Danza a Bougival” di Renoir (per l’abilità di cogliere l’attimo e trasmettere le implicazioni psicologiche della scena attraverso le pennellate di colore, precise nel delineare il centro della scena, più vaghe e sfumate sullo sfondo), “Giovane con Berretto” di Modigliani (per il volto stilizzato e il collo affusolato), “Autoritratto” di Van Gogh (per aver saputo rappresentare non solo i lineamenti duri ed emaciati e lo sguardo stanco e angosciato ma, attraverso il colore e le pennellate, anche l’inquietudine e il tormento interni) e “Chambered Nautilus” di Wyeth (per la capacità di trasformare la realtà in qualcosa di nuovo, riuscendo a trasmetterlo allo spettatore e a portarlo con sé nella dimensione del sogno).
[nggallery id=862]
Dopo la mostra abbiamo girato per Verona, godendoci le bellezze del centro storico 🙂 :
[nggallery id=860]